mercoledì 7 maggio 2008

La decrescita felice

Per misurare il benessere di un Paese, normalmente si usa come parametro il P.I.L. (prodotto interno lordo). Se il P.I.L. di uno stato cresce si suppone che cresca il benessere dei suoi cittadini. Se, viceversa, il P.I.L. non aumenta si prospettano catastrofi economiche che colpiscono direttamente la qualità della vita delle persone.

In effetti le cose non stanno proprio così. Già Robert Kennedy, più di 40 anni fa, in un memorabile discorso (GUARDA IL VIDEO) avvertiva del grande equivoco.
Un solo esempio per tutti: gli incidenti stradali del fine settimana contribuiscono all'aumento del P.I.L. di un paese (nuove automobili da costruire, cliniche che lavorano, case farmaceutiche che producono, strade da riparare o da ricostruire, ecc.), ma come contribuiscono al miglioramento della vita delle persone (quelle rimaste vive)?

In Italia, un signore che si chiama Maurizio Pallante (GUARDA ANCHE IL VIDEO) sta studiando la cosiddetta "decrescita felice". In effetti si tratta di cambiare stili di vita di tutte le persone. Far capire che si vive bene o, forse anche meglio, rinunciando a qualcosa, comprando qualcosa in meno, con comportamenti che migliorano effettivamente la vita delle persone e non solo il loro portafogli.

Dopo aver visto e letto le risorse linkate in questo post (SITI, VIDEO, ECC.),
  • cosa ne pensate?
  • a cosa sareste disposti a rinunciare per vivere meglio tutti?
  • cosa fate già?
  • siete pronti a decrescere?

2 commenti:

  1. Mi sembra interesantissimo questo post. Mi ha permesso conoscere il site di Maurizio Pallante, la cui proposta mi pare consistente. Credo che nostro planeta non tollererà per molto tempo il tasso di sfruttamento a cui gli sponiamo. Mi sembra anche prezioso su impegno per recuperare i tradizioni. Mi ricorda molto alla proposta che sviluppa Carlo Petrini e la sua Slowfood.

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  2. Più tempo libero e meno soldi

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