lunedì 22 aprile 2013

LA FESTA DELLA LIBERAZIONE



Il 25 aprile 1945, dopo più di cinque anni dall’inizio del conflitto e quasi due di guerra civile, Milano e Torino vengono finalmente liberate dall’occupazione nazifascista. Nei giorni che seguono anche le altre città italiane sono liberate. È la fine della guerra, del Fascismo e del Nazismo, la vittoria degli Alleati e della Resistenza (scopri chi erano i partigiani) e la rinascita dell’Italia, che poco più di un anno dopo diventerà una repubblica. Il 25 aprile è diventato un simbolo e ogni anno in questa data si celebra la Festa della Liberazione.
Da nord a sud ci sono cortei e commemorazioni perché in ogni parte d’Italia ci sono stati caduti (uomini e donne, giovani e anziani, appartenenti a schieramenti politici diversi, ma tutti uniti contro l’occupazione) il Presidente della Repubblica tiene un discorso (guarda quello del 2012 di Giorgio Napolitano), si organizzano manifestazioni e concerti, come quello di Torino (guarda il video), dove la musica si sposa con le testimonianze e i ricordi di coloro che hanno vissuto questa esperienza. È un momento per riaffermare dei valori importanti, primi tra tutti la democrazia e la libertà. Valori che non ci dovremmo ricordare solo il 25 aprile.
E tu?
  • Conoscevi questa festa?
  • Che feste nazionali ci sono nel tuo paese?
  • Come si celebrano? Quando?

lunedì 8 aprile 2013

ITALO-MANCHEGOS (1). JOSÉ ORTEGA

Inauguriamo oggi una serie di post dedicata a personaggi nati nella Mancha che hanno passato parte della propria vita in Italia e che lì hanno potuto raggiungere importanti risultati.
Il primo personaggio è José Ortega (leggi l'articolo su Wikipedia), un pittore di Arroba de los Montes (Ciudad Real) che ha vissuto molti anni della sua vita a Matera e a Bosco, in Italia. Andato via dalla Spagna si è stabilito in quelle terre iniziando un'intensa produzione che gli ha dato la fama in Europa e in America.
Dell'Italia diceva: «Sto bene con voi, perché qui ho trovato un'angoscia ed una miseria che sono quelle della mia gente. Perché i colori sono quelli della mia terra. Sono rimasto perché la pelle dei braccianti è scura e secca, come quella dei contadini spagnoli.»
Effettivamente in Italia è stato ben accolto e ancora oggi la sua casa, convertita in museo, è visitabile insieme ad alcune sue opere (vai al sito della Casa Museo Ortega) ed è stato anche istituito un premio che porta il suo nome (guarda il video)
Purtroppo, ritornato in Spagna non ha ricevuto la stesso trattamento, soprattutto nel suo paese natale. Anche per questo motivo decise di tornare in Italia per passare gli ultimi anni della sua vita.


  • E tu?
  • Conoscevi José Ortega?
  • Conosci i suoi quadri?
  • Ti piacciono?
  • Perché sì o perché no?
  • Conosci altri personaggi della Mancha che hanno vissuto e lavorato in Italia?

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